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la via del male 95


I giorni passavano; una sera zio Nicola uscì con Pietro e lo condusse nella bettola del toscano. Solo Maria Franzisca con la sua figura di madonna un po’ sciupata animava la melanconica osteria: appena vide i due uomini s’avvicinò premurosa e sorrise a Pietro.

— Eh, ti piace questo giovinotto? — chiese zio Nicola, battendo la punta del bastone sulle spalle di Pietro.

— È un bel giovine, certo!

— E io non sono un bell’uomo? Dov’è tuo marito?

— È andato ad Oliena per provvedersi di vino.

Zio Nicola non scherzò oltre; chiese del vino forte e bevette due bicchieri uno dopo l’altro. Maria Franzisca era tornata al banco, ma Pietro s’accorse che il padrone fissava la donna con occhi lucenti, senza curarsi di lui.

— Pietro Benu — disse ad un tratto zio Nicola — mi sono scordato di mandarti da Salvatore Brindis per dirgli che domani lo aspetto a casa, per l’affare delle capre. Và: dopo puoi fare quel che vuoi.

Pietro capì: s’alzò e andò via, ma invece di recarsi da Salvatore Brindis s’avviò verso casa. Gli pareva d’essere ubbriaco; pensava a Maria come nei primi giorni della sua passione, quando l’istinto incosciente lo spingeva a desiderarla con un desiderio quasi crudele.

Rientrò e trovò la giovane padrona sola in cucina, seduta al posto di zia Luisa, sull’alta scranna