Pagina:Deledda - Le colpe altrui.djvu/108

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stringerei a riconoscermi, a darmi la mia parte di beni. Non l’ho fatto e non lo faccio perchè Andrea mi ha sempre considerato lo stesso come fratello... Adesso rinunzio a tutto... perchè tanto a te non importa... vero? Io, sono io lo stesso! Ma Andrea, anche lui, non deve molestarmi... Capirà che solo un uomo come me può renderti felice, e finirà coll’esserne contento...

— Dio lo voglia, Mikali.

— Dio lo vuole, — egli ripetè gravemente; ma d’improvviso s’udì ancora al di là del campo un passo pesante come d’un bue con le pastoie, e Vittoria trasalì di paura. Immobili, con gli occhi fissi nella siepe, stettero silenziosi finchè il rumore misterioso non cessò.

— Che batticuore! — disse infine Vittoria; e pensava ad Andrea, ancora vinta dalla paura che egli li sorprendesse: perchè, sebbene egli ormai sapesse tutto, a lei pareva di ingannarlo ancora.


VIII.


Frate Zironi zappava nel suo piccolo orto. Una pioggia violenta aveva nella notte devastato ogni cosa; gli steli delle cipolline spezzati come aghi di vetro ficcavano le punte nella terra fangosa; le foglie colme di acqua delle lattughe divelte parevano barche naufragate; ma tutto scintillava ai raggi caldi del sole e giù nel bosco gli usignoli cantavano con gorgheggi