Pagina:Deledda - Le colpe altrui.djvu/210

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perchè non lo sei stata allora? Parla, parla, sei muta? Vedi, non sai cosa dire, quando si tratta di ragionare: eppoi dici che lo sciocco sono io!

— Quante volte non ti dissi che facevamo male? Ricòrdati: fin dalla prima volta che ci siamo veduti...

— Sì! Che un fulmine mi annienti! Adesso parli così! Allora, sì, mi dicevi: ahi, ahi, facciamo male! — ma intanto mi attiravi, e mi mandavi il fazzoletto per darmi il convegno. Come non venire, se ero ammaliato? Tu, tu mi avevi ammaliato; tu, tu mi avevi dato da bere qualche cosa! Forse non mi abbracciavi? Forse non mi baciavi? Ci stringevamo come sposi, ed io me ne andavo e mi pareva di aver sempre la febbre... E adesso parli così? Ah, no... malanno, ah, no, Vittoria Zara! a un uomo come me non si fa così...

Eccitato dai ricordi si torceva di collera e di desiderio: per lui non esistevano i fantasmi che incatenavano Vittoria; e l’ora, il silenzio, la figura di lei che pareva lo sfidasse, aumentavano la sua passione.

— E adesso mi tiri fuori Battista Zoncheddu! Non sai cos’altro dire, dunque? Ma io non la voglio, Battista Zoncheddu, nè lei nè altre donne! Io voglio te sola, hai capito? Te sola... e ti avrò! Sì, sono stato sciocco; sciocco e stupido, hai ragione di dirlo, ma adesso non lo sono più.

D’un balzo, come un leopardo, le fu sopra, l’avvinse, la baciò con furore selvaggio; ma