Pagina:Deledda - Le colpe altrui.djvu/50

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— Sì, bisogna pregare.

— Mamma, — disse Andrea riafferrandola, mentr’ella si metteva il rosario sul seno già gonfio di altre reliquie — ditemi la verità. Che c’è? Mio padre è grave?

— Ieri dicevano di sì, ma oggi pare stia meglio. Il Signore lo conserverà... Andrea, cuore mio... perchè tu hai ancora bisogno di lui. Va, fiore: ecco Maria Luisa Zoncheddu, ecco i ragazzi che spiano e ci vedono. Va; corri.

Lo spingeva, ed egli tornava indietro, anche perchè voleva evitare Maria Luisa Zoncheddu e le sue domande curiose e maliziose; ma traeva con sè la madre, e quando furono nel sentiero verso lo stradone le disse con impeto veemente:

— Io andrò, adesso; ma poi verrete anche voi. È tempo di farla finita, con questo stato di cose. Sono tornato per questo, anche: e se è vero che lui sta meglio come voi dite, gliene parlerò subito. Sì, subito! Tenetevi pronta.

Ella pareva non capire.

— Sì, voglio che torniate a casa: voglio che sia finita una buona volta per sempre. Siete vecchia, siete malata, ed io non posso permettervi oltre di fare la serva. No, mamma, non mi guardate così; voi dovete aiutarmi, dar retta ai miei consigli. Tutto andrà bene, mamma, vedrete; prima che io e Vittoria ci sposiamo voi sarete a casa...

Ella lo fissava spaventata, con le mani giunte davanti al viso.

— Figlio benedetto dell’anima mia...

Ma Andrea non la lasciò proseguire.