Pagina:Deledda - Le colpe altrui.djvu/79

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tratto cominciò a tremare, tanto che si appoggiò al muro. Tutto le roteava attorno e tutto era nero e tremulo come in fondo al mare. Solo dopo qualche momento, non vedendo comparire Andrea, si calmò. Vittorie ce ne erano molte, nei dintorni. E d’altronde, ebbene, e se egli ha capito? perchè non deve soffrire anche lui? Non deve soffrire perchè è ricco, perchè è padrone? Ah, Ignazia non trema più, a poco a poco anzi prova un senso di conforto crudele, poichè sente di non essere più sola a spasimare in quella casa ove l’aria stessa è carica di passione e di tradimento.

Andrea s’era piegato, còlto anche lui da un senso di vertigine, aggrappandosi all’inferriata del finestrino come per resistere al desiderio di gettarsi per terra, o di correre fuori e di prendere la serva per la gola.

E tutto anche intorno a lui roteava tremulo e nero come in fondo al mare; ma a poco a poco tutto tornò a fermarsi, a rischiararsi: Vittorie ce n’erano tante, nei dintorni; sì, ce n’erano tante, tutto tornò a rischiararsi, ma la certezza che la serva accennava a Vittoria, a lei sola, non lo abbandonò un attimo. Respirò forte, ma gli sembrò che qualche cosa si fosse rotta entro di lui.

Il rumore del carrettino del dottore su per il viottolo e poi nel cortile lo richiamò in sè: volle uscire, inciampò sulla soglia e balzò con le mani tese fino alla parete del corridoio. Là rimase ad aspettare.

Il dottore parve non badare a lui, tanto si