Pagina:Deledda - Le tentazioni.djvu/242

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sava appunto alla morte, e una sera scese verso il fiume.

Zio Felix lo vide dall’apertura della capanna, e un tremito gli percorse le reni. Da quattro giorni che Elia era giunto, egli non l’aveva ancora veduto: aveva però sentito la sua presenza, e da quattro giorni egli non beveva, non mangiava, non parlava, nè dormiva. Di giorno aspettava con angoscia il momento nel quale Elia sarebbe comparso, e non osava muoversi dai dintorni dell’ovile: di notte saliva sino alla cinta sempre più rovinata del frutteto, e s’aggirava intorno alla casa come un cinghiale affamato. Qualche cosa di terribile, — il demonio, pensava egli, — lo spingeva e lo incalzava. Senza la presenza di zio Pera nella casa, egli sentiva che sarebbe penetrato fin là dentro, per compiervi un delitto.

Tutti gli spasimi dell’inferno lo dilaniavano. Perchè in fondo all’anima egli desiderava vincer la sua passione, e non uccidere e non dannarsi. Ma non poteva vincer la potenza infernale che lo dominava; sentiva che giunto il momento fatale avrebbe sgozzato Elia come un agnello. Vedendolo attraversar la tanca, si slanciò fuori