Pagina:Deledda - Le tentazioni.djvu/65

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un piccolo uomo 59


Cassio invece provò un disgusto profondo, accresciuto da quella stupida rassegnazione dei tre compagni di sventura, — uno schianto di impotente disperazione, e si pentì della sua domanda. Meglio restar nella sua cella, con le mani protese al sole dell’inferriata, davanti al lontano Appennino che gli ricordava le patrie montagne risuonanti del nitrito del suo puledro nero slanciato alla caccia del muflone, — solo con la sua condanna e col suo dolore.

Il detenuto dalla testa ricciuta, più ardito degli altri due che si contentavano di guardarlo alla sfuggita, cercò subito far conoscenza, in modo rispettosissimo. (Sapevano che aveva il nome del Direttore e la voce corsa fra gli altri detenuti).

— Ella è sardo?

— Sardo, — diss’egli freddamente.

— Poichè la sorte ci ha avvicinato in questo luogo, permetta....

— Bella sorte! — disse Cassio amaramente e troncò il complimento che il disgraziato voleva rivolgere al presunto gran signore sardo. E non disse nulla di sè, e non chiese nulla degli altri.