Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/159

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Bantine Fera non le sembrava più importante nè più terribile di quello di Costantino Moro; tutti e due le destavano solo un poco più d’ombra in fondo al cuore: e Simone se ne sentì offeso.

— Tu sai chi è Bantine! È coraggioso e anche feroce, se occorre. Ma mi vuol bene; sì, mi vuol bene come ad un fratello. Così, dico, venne su.... Era la seconda volta che mi cercava.

D’un tratto tacque. Poichè Marianna non capiva l’importanza dell’andata di Bantine Fera al rifugio, era inutile raccontarne le conseguenze: ma era anche un istinto oscuro di diffidenza che gli troncava le parole. Parlò quindi di altre piccole, avventure: ogni tanto però il nome del nuovo compagno gli tornava alle labbra.

Marianna ascoltava, sempre china; quando i racconti furono terminati sollevò gli occhi e il suo sguardo fu così triste e grave che Simone si oscurò in viso.

— Tu non sei contenta?

Invece di rispondere, ella domandò:

— E se la vecchia c’era?

— Quale vecchia?