Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/185

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cidi e freddi, con qualche cosa di duro e di ostile in tutta la persona che lo sfidava e quasi gl’incuteva timore; era l’odio non contro lui personalmente, ma contro tutti gli uomini terribili e le cose spaventose ch’egli rappresentava: odio e proposito fermo di combattere contro di lui come contro il male stesso in persona.

E guardando di nuovo Marianna, che al rientrare della serva s’era scolorata in viso, egli si accorse che la situazione era ben diversa da quella della notte avanti. Adesso fra loro due sorgeva la realtà: il sogno era finito e bisognava discutere.

Si tolse il cappotto, ma non osò attaccarlo davanti al focolare come fa il servo o fa il padrone; lo gettò sullo sgabello come fa l’ospite che deve presto andarsene, e sentì una tristezza improvvisa, un senso di soggezione. E sebbene Marianna, dopo averlo invitato a sedere di fronte a lei, aspettasse ansiosa ch’egli parlasse, egli taceva, a testa china, guardando fra le sue ginocchia aperte la pietra del focolare. Per qualche momento fu un silenzio più gelido di quello che regnava di fuori.