Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/289

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ne sulla fronte. — Era vero che la tua casa era circondata di spie. La colpa forse era mia, sì, perchè dovevo tacere da uomo forte, il nostro segreto, e dovevo andare io, a cercare il sacerdote, dovevo, se fossi stato uomo di coraggio. Invece mandai mia madre; sì, e il segreto fu noto anche alle mie sorelle, anche alle vicine di casa.... Sì, mi comportai da donnicciuola; ma fosse pure mia la colpa, la tua casa era circondata di spie, e mio dovere era di non farmi prendere in casa tua, di non darti questo dolore e questa vergogna. Mi capisci, Marianna; dimmi almeno che mi capisci! Vedi che parlo come se fossi la tua stessa coscienza! Ma no; tu taci, tu non rispondi.

Ella riaprì gli occhi e lo guardò: ed erano placidi, i suoi occhi, come un tempo, ma troppo placidi, come se appunto guardassero da un luogo lontano ove si è sicuri, ove si giudica spassionatamente; dal di là, infine.

Simone riprese il fucile e se lo mise sulle ginocchia; poi le riafferrò una mano ch’ella gli abbandonò fredda e inerte.