Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/291

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cammino fatto; fatica tutta inutile; e avrebbe voluto ancora una volta chinare la testa sulle ginocchia di Marianna e addormentarsi.

D’un tratto però lo sdegno lo riprese. Infine, lei non aveva ritirato il suo insulto; e non lo ritirava neppure adesso, neppure vedendolo così stanco e disfatto ai suoi piedi: anzi aggiungeva l’insulto all’insulto. Ma se lei non voleva riaprirgli la sua porta, anche lui non intendeva andarsene come un mendicante a cui si nega l’elemosina. Pensò alle beffe di Bantine Fera, se avesse saputo: e la bestia feroce gli si tornò a scuotere dentro. Cominciò ad ansare; si rimise il fucile ad armacollo e ricordò ch’era partito dalla grotta col tizzone in mano coll’intenzione di incendiare la tanca di Marianna e la casa di lei e di massacrare il bestiame e uccidere i servi, i parenti di lei, e anche lei, se lei non ritirava la parola. Vedeva tutto rosso; l’acqua che lo inzuppava si mischiava al suo sudore e diventava calda; e gli pareva di essere tutto intriso di sangue, del sangue sgorgato dalla ferita terribile che Marian-