Pagina:Deledda - Nel deserto, Milano, 1911.djvu/74

Da Wikisource.

— 68 —

pre lo stesse cose? Sieno pure variato, non sono sempre le stesse?

— Oh no, signorina! S’io farò un viaggio in Sardegna non sarà la stessa cosa come un viaggio in Grecia.

— Viaggio l’uno, viaggio l’altro! — ella ribattè, anche offesa dal paragone che non lo pareva lusinghiero per la sua isola.

— Lei è pessimista, signorina!

— Tutt’altro! Le ripeto che non mi annoio, sebbene giudichi la vita monotona, eguale dappertutto.

— Lei giudica così la vita perchè è monotona la sua vita, signorina; noi giudichiamo tutto attraverso il nostro temperamento: spesso ci sbagliamo.

— E lei, scusi, come può giudicare la mia vita?

— È facile, signorina! Dal suo viso. Ella ha un viso da araba, che riflette, direi, la solitudine del deserto.

Lia arrossì e come assalita da un’angoscia improvvisa sentì le lagrime velarle gli occhi; ma volse il viso dall’altra parte e richiamò Salvador che giocava nel prato.

Justo s’accorse del turbamento di lei e tacque; ma dopo qualche momento le domandò con voce mutata, titubante, come se il trovare le parole italiane gli fosse più difficile del solito:

— Lei dunque non cambierebbe vita?