Pagina:Dell'Oreficeria rispetto alla legislazione.pdf/15

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perfetto (e questa è per me la precipua cagione) non usarono leghe, non avvilirono mai l’oro e l’argento, a cui mantennero sempre quel valore originale che hanno immancabilmente nella loro virginità. Tuttavia è da fare un’eccezione; perocchè ritengo non essere stato altro che un composto di oro e di argento quell’electrum adoperato in diversi ornamenti etruschi e in molte monete sicule, piacendomi il testimonio di Plinio lo storico, il quale dice: aurum in quo quinta argenti portio est, electrum vocatur (XXX, 4.). Forse la vera proporzione non sarà stata quella che assegna lo storico romano, ma è verisimile che gli elementi onde era composto sieno veramente l’oro e l’argento, e che son fantasie poetiche le tante altre congetture che fecero i Latini sull’esistenza dell’elettro.


VII.


Tornando al proposito nostro, i lavori italiani, egizi, assiri, messicani, indiani e cinesi sono tutti quanti formati di materia pura. Nè si ha notizia se presso gli antichi esistessero leggi per guarentire i compratori dalle possibili frodi dei venditori; ma il silenzio degli storici fa credere che sia faccenda moderna affatto, che trae i principii dal medio evo, questa providenza governativa insieme con quella miriade di regolamenti che se pure facessero bene per qualche parte, fanno tanto male coi loro fastidi, che se non ci fossero sarebbe un sollievo, una consolazione. Ai regolamenti meritano di essere appaiate le