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LIBRO TERZO 161

Tarso entro regale avello, sovrappostovi l’epigramma seguente:

1 Tigride Julianus jacet heic post fata relicto
Rex pariter bonus, et bellator acerrimus idem.

Gioviano datosi al reggimento dell’impero mandò, passando con silenzio molte altre disposizioni, all’esercito della Pannonia il suocero Lucilliano, Procopio e Valentiniano, eletto in seguito imperatore, partecipandogli la morte di Giuliano ed il suo innalzamento al trono. A questa riferta i Batavi lasciati di presidio in Sirmio di colpo morirono Lucilliano come ambasciadore di cotanto sinistro, a nulla valendogli l’affinità imperiale, e rimandarono sano e salvo Procopio, rispettandone la parentela col defunto. Valentiniano potè, fuggendo, sottrarsi da imminente morte.


  1. Questo epigramma vien riportato da Zonara in quattro versi. Ora vediamo qual si fosse Giuliano, attenendoci anche al giudizio de’ pagani, poiché Zosimo nulla tralascia così per disonorare il nome cristiano, come per estollere le azioni dell’idolatra ed apostata imperatore. Presso Marcellino vien detto uomo di ben poco ingegno, di copiose parole, e vie meglio superstizioso che non legittimo osservatore della religione. Lo stesso inoltre, sebbene dica Giuliano celebrato dalla fama per la sua giustizia, opina tuttavia disumano l’aver proibito ai maestri di rettorica e gramatica l’insegnare ai cristiani, per tema non abbandonassero il culto de’ Numi. Vedi Zonara, tomo III degli Annali, cap. di Giul.; e Sozomeno, lib. V, cap. 17. Ist. Eccl.