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184 ZOSIMO, DELLA NUOVA ISTORIA

ci affari privi d’un capo tramassero scorrerie, chiamato il minor figlio di Valentiniano avuto dalla consorte1 in prime nozze unita a Magnenzio, nè lunge di là a dimora colla madre, introducono abbigliato di porpora nella reggia, contando a pena l’età sua un lustro. Dopo di che Graziano ed il piccolo Valentiniano partitosi l’impero, come opinarono i loro vicereggenti (addimandando così la tenera età d’entrambi), il primo ebbe le Celtiche nazioni con tutta la Spagna e l’isola Britannica, ed il secondo, l’Italia, l’Illiria e l’Africa.

All’Imperator Valente poi sovrastavano da molte bande guerreschi flutti. Gli Isauri (nomati dagli autori vuoi Pisidi, vuoi Solimi o Cilici montanari, serbandoci noi a fare qualche cenno di tali varianze allorquando la istoria presenterà migliore occasione di parlarne), guastavano le città della Licia e della Pamfilia, ed inetti ad impadronirsi di quelle murate, ponevanne a sacco le campagne; al che mandando l’imperatore, fermo in Antiochia, idonee milizie a combatterli, eglino con tutta la preda riparavano sopra alpestrissimi poggi, e le insingardissime truppe spedite lor contro rifiutavansi dall’incalciarli, o dal rimediare in guisa comunque alla trista condizione delle cittadi.

Tale operando gli Isauri una barbarica popolazione assalì le scitiche genti oltre il fiume Istro. Popolazione,

  1. La cui bellezza venendo lodata dalla consorte di Valentiniano questi la sposò, come narra Paolo Diacono, ed in grazia di lei pubblicò legge accordando a quanti lo bramassero, di potere contrarre impunemente due matrimonj. T. S.