Pagina:Della Nuova Istoria.djvu/99

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LIBRO SECONDO 83

Tornata la Romana signoria in mano del solo Costantino egli non più studiavasi celare quella malizia in retaggio avuta dalla natura, e tolto il freno alla cupidigia del suo animo tutto adoperatasi per gingnere all’assegni mento d’un assolato dispotismo. Ricorrea dunque ai paterni riti1 non tanto colla volontà di onorarli, quanto da necessità costretto, prestando fede agli indovini, se eranvene di esperti, siccome a coloro, i quali predetto aveangli il vero intorno alle sue felici imprese. Calcato poscia il suolo di Roma, fattosi arrogantissimo, dalla stessa propria famiglia opinò dar principio alla empietà sua, morendo, senza riguardo veruno, il figlio Crispo, eletto cesare, in ordine al narrato, e cadutogli in sospetto di avere famigliaritadi colla matrigna Fausta2; se non che a malincuore comportando sua madre Elena la uccisione del giovine, mostran-

    altrui. Nè dicansi immeritevoli di fede questi autori per amore di parte, non andando lo stesso Zosimo esente da tale censura, dichiaratoti nemico implacabile del nome cristiana ed affezionatissimo alle superstizioni de’ gentili. T. S.

  1. Sebbene allora non avesse per anche abolito i paterni riti, con qualche probabilità lo riterremmo assai più favoreggiatore de’ cristiani, accordata avendo loro Una libertà di cui stati erano privi sotto quali tutti gli antecedenti capi dell’impero. T. S.
  2. Tedor., lib. I, c. 5, riferisce Crispo mancato ai vivi nell’anno vigesimo dell’impero dopo aver fatto insieme col padre molte leggi in favore della cristiana libertà, adducendo la testimonianza de’ tempi, ne’ quali venivano sottoscritte, per togliere alle sue parole ogni sospetto d’inganno. T. S.