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132 DELLA CONDIZIONE GIURIDICA

quando l'anima non è occupata a pensare, null'altro le rimane che seguire le passioni1. Quale interesse può aver l'uomo a sposare una donna che non sa nulla, a meno che non sia egli medesimo in questo caso?2. La democrazia ha interesse di rialzare la donna al suo cospetto onde averla dalla parte sua; se no, ad ogni passo che il mondo fa in avanti, la donna si fa partigiana del passato3. E per istruzione delle donne egli intende l'educazione della loro mente a comprendere tutte le grandi verità, i principii direttivi delle scienze, delle lettere e delle arti, di cui si alimenta la vita delle nazioni moderne, onde trae impulso il progresso. Ma non allo scopo di usurpare il posto degli uomini nella società, e di snaturar se medesime, bensì mirando ad essere degne compagne dell'uomo, buone educatrici dei figli, membri attivi insomma della vita sociale, secondo le speciali attitudini e tendenze del loro sesso. Imperocché anche il Pelletan è di coloro i quali pensano essere i due sessi eguali, per effetto di compenso delle loro differenze4; l’uomo e la donna, egli dice, sono due di corpo e di spirito, ma creati per essere uniti; la donna che volesse intervertire codest'ordine naturale, sarebbe non meno dissennata dell'imperatore Eliogabalo, che voleva partorire5.

Fa pure gran caso il Pelletan, come dissi già, di talune riforme dell'odierno diritto femminile, specialmente privato. Egli invoca una riforma dell’attuale diritto che hanno in

  1. Ib., p. 316.
  2. Ib., pag. 317. Dice pure benissimo l'autore parlando di Rousseau: Pauvre Jean Jacques, ce fut là ton malheur; tu avais épousé cette Thérèse, qui épousa ensuite un palefrenier... Si au lieu de cette femme vulgaire, tu avais eu auprès de toi une femme digne de toi, qui aurait su poser une main délicate sur ce front volcanique où couvait une revolution..., tu aurais mieux vécu et tu aurais élevé une famille (ib., p. 317).
  3. Ib., p. 338, 339.
  4. Ib., p. 18.
  5. Ib., p. 17.