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222 DELLA CONDIZIONE GIURIDICA

e questa forma, perchè dall'uomo secondo il racconto biblico fu levata la donna, epperò la donna valer più dell'uomo, perchè, secondo gli aristotelici, la forma è più della materia1; — il prevalere nella donna il temperamento flemmatico, il quale, quantunque meno operoso del maschile, è anche meno disturbato da «vapori»2; — il nome stesso della donna essere titolo della sua nobiltà, siccome quello che significa padrona o vita (Eva), o fuoco (Ischia), o luce (fœmina da φος?)3; — la maggior mollezza delle carni femminili, a cui necessariamente risponde maggior delicatezza dell'animo4; — la minor mole del corpo femminile, e della testa in particolare, sintomo anche questo, secondo gli aristotelici, di più sottile ingegno5; — l'essere la donna generata nella parte sinistra della matrice, parte più nobile, come quella che è più vicina al cuore6; — l'essere stata fatta la prima donna di carne, e non di fango, e l’essere stata levata piuttosto da una costa sinistra che destra di Adamo7, e tutte le altre pretese prerogative del corpo femminile, allegate già da Cornelio Agrippa, e sopra accennate8. — Convengono poi tutti nel ritenere che le donne sarebbero per natura atte a tutte le cose a cui l'uomo si accinge, e soltanto non esserlo in fatto, perchè la maschile tirannia le ha da secoli confinate e racchiuse nella domestica cerchia, e addestrate soltanto alle faccende casalinghe9. E confortano la loro opinione non solo colla auto-

  1. E. Filogenio, ib., p. 71.
  2. Bruni, op. cit., c. 50; Domenichi, op. cit., c. 58-62.
  3. L. Marinella, op. cit., p. 4
  4. Filogenio, ib., p. 18; Romei, op. cit, p. 4.
  5. Id., ib., p. 27, 31.
  6. Domenichi, ib., c. 21.
  7. Id., ib., c. 8; Bronzino, giorn. 1a, p. 65. — Più assennato è l'argomento che il Bruni, c. 21, ritrae dall'essere la donna stata creata da Dio come adjutorum all'uomo, e simile a lui
  8. V. sopra, p. 62, nota 1.
  9. V. L. Marinella, op. cit., p. 31; Bruni, c. 16, Bronzino, giorn. 1a, p. 127,