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86 DELLA CONDIZIONE GIURIDICA

dimenticato. Così egli fece nella stupenda opera postuma sulla teoria della proprietà, che è in sostanza una ritrattazione delle precedenti, e così egli ha fatto rispetto alla questione femminile, passando non da un'opera all'altra, ma dall'una all'altra delle pagine da lui scritte intorno alla medesima. Quali però siano in conclusione le vere e proprie differenze fra i due sessi nelle attitudini naturali, e nei diritti sociali e politici, da quegli scritti non si raccoglie. Il Proudhon ha piuttosto contribuito a fare avvertire i vari lati della questione, i vari modi di risolverla, il prò ed il contro delle differenti soluzioni, di quello che l'abbia propriamente risoluta in un modo qualunque. Egli ha confutato la dottrina della emancipazione, ha dimostrato in generale la tesi della equivalenza dei due sessi, della necessità del matrimonio, e della eguaglianza dei coniugi contemperata coll'autorità maritale, ma la concreta determinazione di questi principe, la loro pratica conciliazione egli non ha data, nella quale propriamente consiste la soluzione scientifica della questione femminile1.

Augusto Comte ha meno estesamente e con minor calore del Proudhon trattata la questione delle attitudini e della missione sociale delle donne, ed ha esercitata poca influenza sulla opinione dei contemporanei intorno a tali argomenti. Nel sistema di filosofia positiva, a cui è raccomandata la celebrità del Comte, la questione femminile non è certamente uno dei punti vitali, né dei più rilevanti. Cionondimeno le opinioni di un cosi celebre scrittore non possono venir qui dimenticate,

  1. Consimile è il giudizio che si porta del Proudhon, e segnatamente delle cose da lui scritte intorno alla quistione femminile, in un articolo anonimo inserito nella Revue des Deux Mondes, 1875, pag. 467. Rispetto alla Pornocratie in particolare l'anonimo articolista deplora che gli eredi del Proudhon l’abbiano pubblicata, senza pensare che in tal maniera nulla all'atto aggiungevano alla fama dell'autore. Le opinioni di Proudhon furono segnatamente confutate da due donne, la signora Jenny d'Héricourt, nel citato suo libro, e la signora Giulietta Lambert, nello scritto intitolato: Idées antiproudhonniennes.