Pagina:Della educazione letteraria della donna.djvu/13

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non si prefigga alla loro letteraria educazione, le donne, non altrimenti che gli uomini, si fan saccentuzze e ciarliere e ad ogni tratto ti spiegano innanzi i tesori della loro sapienza con la stessa vanità con cui quella matrona di Capua mostrava i suoi giojelli a Cornelia che invece le mostrava i suoi figli. Ma questa vanità da che altro viene se non dal giudizio appunto che le donne stesse odono farsi tutto il dì della coltura del loro spirito, ch’è le più volte avuta in ischerno dagli uomini, e tanto più se a questi metta il brivido nell’ossa la sola vista di un libro? E poichè a caso mi è venuto al labbro il nome di Cornelia, io mi affretto a credere, o Signori, che voi avrete bene inteso che cosa debba finalmente operare nelle mani della donna questo istrumento dei buoni studi, e a qual fine debba esser rivolto tutto il buono e il bello in cui ella avrà incominciato ad innamorarsi fin dalla tenera età. Il primo bacio, il primo sorriso che noi abbiamo scambiato, la prima parola che ci è suonata all’orecchio e che abbiamo imparato a ripetere, tutto ci fu dato, tutto ci fu insegnato la prima volta dalla madre. Beato chi onoratamente vivendo si può ricordare con orgoglio della madre sua!

Ma innanzi che io particolarmente ragioni di questo precipuo fine a cui si volge, siccome a centro,