Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/125

Da Wikisource.

libro primo 113



Non è poi cosa da fisico nemmanco il far confronto del mare coi fiumi: perocchè quello giace senza alcuna declività; questi sono portati secondo il declivio del suolo. Lo scorrimento poi degli stretti succede per tutt’altra cagione, che per essere il fondo del mare rialzato dal fango deposto dai fiumi. Perocchè questi deponimenti succedono presso alle bocche dei fiumi, come sono intorno alle bocche dell’Istro gli steti già detti, e il deserto di Scizia, e Salmidesso, dove cooperano anche alcuni altri torrenti; alle bocche del Fasi la spiaggia marittima della Colchide, sabbiosa, bassa e molle; ed al Termodonte ed all’Iri tutta la Temiscira1, detta campo delle Amazoni, e la maggior parte della Sidene. Lo stesso poi accade anche alle bocche di altri fiumi. Perocchè tutti a somiglianza del Nilo convertono in continente il luogo opposto alle loro bocche, gli uni più, gli altri meno: meno quelli che trasportano non molto limo; più quelli che ne trasportano molto, e passano per un molle terreno, e ricevono in sè parecchi torrenti. Tale si è il Piramo2, il quale aggiunse alla Cilicia gran parte del suo terreno d’onde fu poi pronunciato quel detto: Questo avverrà ne’ tempi futuri, quando il Piramo ampio-scorrente spingendo sempre innanzi la costa, arriverà alla sacra Cipro. Perocchè il

  1. Il Termodonte oggi dicesi Thermeh, l’Iride è l’Iekilermak, e la Temiscira chiamasi Djanik, in cui è compresa anche la Sidene menzionata subito dopo. (G.)
  2. Il Gehioun. - Il vaticinio poi riferito poco appresso non si è avverato finora, nè v’ha indizio (dice il Casaubono) che sia per avverarsi.
Strabone, tom. II. 8