Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/153

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libro primo 141

E chi volesse anche lasciare in disparte siffatti casi, come infrequenti, bisogna confessare peraltro ch’è necessario distinguere i continenti secondo le grandi loro divisioni, ed in un modo che abbracci tutta quanta la terra abitata. In questo poi non è da guardare se coloro i quali distinguono i continenti per mezzo dei fiumi lasciano alcuni luoghi senza limiti, perchè i fiumi non si stendono da mare a mare, e non convertono a vero dire in isole i continenti.

Sul finire poi del suo libro Eratostene disapprova coloro che dividono tutto il genere umano in due classi, di Elleni e di barbari; ed anche coloro che esortavano Alessandro a trattare gli Elleni come amici ed i barbari come nemici: e dice che «meglio sarebbe dividere gli uomini secondo la virtù o la malignità1. E nel vero molti degli Elleni sono malvagi; e fra i barbari invece ve n’ha parecchi inciviliti, come a dire gl’Indi e gli Ariani, ed anche i Romani e i Cartaginesi che sono governati tanto mirabilmente. Laonde poi Alessandro non dando retta a’ suoi consiglieri accolse e beneficò quanti gli parve che di ciò fossero degni.» Come se quelli che dividono gli uomini in Elleni ed in barbari, e giudicano questi degni di vituperio, quelli degni di lode, il facessero per qualche altro motivo, tranne per essere

    loro che dividevano l’Africa dall’Asia per mezzo del Nilo, non sapevasi a quale dei due attribuire il Delta o basso Egitto, siccome quello che sta fra le due braccia del fiume.

  1. Plutarco nel Trattato della Fortuna di Alessandro afferma ch’egli ebbe appunto siffatta opinione.