Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/188

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o alcun mare, ovvero il nome, sia di una nazione sola, sia di nazioni diverse che li abitino, con una grandezza e figura determinata. Sempre però in luogo di una geometrica precisione basterà una indicazione in modo semplice e sommario. Così per indicare la grandezza di un paese basta indicarne la lunghezza e larghezza maggiore: come allorchè parlando della Terra abitata diciamo ch’essa ha settanta mila stadii di lunghezza, e meno della metà in larghezza. E per indicar la figura ci basterà paragonarla a qualcuna delle figure geometriche, per esempio la Sicilia ad un triangolo; od a qualch’altra figura conosciuta, come a dire l’Iberia alla pelle di un bue, il Peloponneso alla foglia di un platano. Quanto maggiore poi è lo spazio diviso, tanto più sono opportune le divisioni, per così dire, all’ingrosso. Quindi la Terra abitata, per mezzo del monte Tauro e del mare Mediterraneo, fu da Eratostene acconciamente divisa in due parti, l’una settentrionale e l’altra meridionale. E bene ha circoscritta anche l’India valendosi di un monte, di un fiume, di un mare, poi del nome unico ch’essa porta, siccome nazione composta di una gente sola; ed a ragione la disse quadrilatera e romboidale. Ma l’Ariana riceve men facilmente una buona circoscrizione per essere il suo fianco occidentale confuso1. È circoscritta dai tre altri lati che sono rettilinei, e dal nome, ch’è di una sola nazione. La terza Sezione poi fu lasciata senza

  1. Veggansi le carte secondo i sistemi di Eratostene e di Strabone, in fine di questo volume.