Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/316

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302 della geografia di strabone

città di Belo1 col fiume di questo nome: d’onde tragittansi principalmente a Tingi nella Maurosia le merci e i salsumi già detti. Vicin di Tingi v’ebbe già Zele, ma i Romani la trasportarono sulla spiaggia d’Iberia, e v’aggiunsero nuovi abitanti fatti venire da Tingi; ed alcuni vene mandarono anche dei proprii, e la nominarono Iulia Ioza. Più oltre sta Gadi2, cui uno stretto di mare isoleggia dalla Turditania, lontana da Calpe circa settecento cinquanta stadii, ovvero ottocento come asseriscono alcuni. Quest’isola in tutto il restante non si distingue punto dalle altre; ma pel coraggio de’ suoi abitanti nelle cose di mare, e per la sua amicizia coi Romani crebbe siffattamente in ogni maniera di prosperità, che sebbene sia l’ultima della terra3, è nondimeno più rinomata di tutte l’isole. Ma noi ne parleremo quando ci faremo a trattare anche dell’altre.

A Gadi seguitano il porto detto di Menesteo4 e le lagune presso Asta e Nabrissa5. Chiamansi lagune alcune vallate empiute dal flusso del mare, sicchè a guisa di fiumi si possono navigare per condursi alle regioni interiori ed alle città da cui le vallate medesime sono cinte.

  1. Belo, ora Balonia, è all’ovest di Tarifa. La città di Tingi menzionata subito dopo è Tanger nell’Africa.
  2. Cadice: in greco Γάδειρα, Gadeira.
  3. S’intende l’ultima fra le isole frequentate dai Greci e dai Romani: del resto le isole Fortunate, l’Inghilterra e l’Irlanda erano molto più lontane. (G.)
  4. Ora di santa Maria.
  5. Leggasi col Coray: καὶ ἡ κατὰ Ἄσταν ἀνάχυσις καὶ Νάβρισσαν.