Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/354

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natura ed ingannatori, intenti sempre ad assalirsi e spogliarsi l’un l’altro; sicchè s’abituarono alle piccole imprese, ma delle grandi non sono capaci, perchè richiedono grandi apparecchi, e un concorde cooperare di molti. Ma se si fossero consigliati di soccorrersi l’un l’altro, nè ai Cartaginesi1 sarebbe venuto fatto di soggiogarne sì agevolmente la maggior parte quando andarono ad assalirli; nè prima ciò sarebbe avvenuto ai Tirii ed ai Celti detti ora Celtiberi e Beroni; nè dopo costoro al ladrone Viriato e a Sertorio, nè a quanti altri aspirarono in quel paese ad ampliare la propria potenza. E i Romani guerreggiando a parte a parte contro gl’Iberi a motivo di questa loro divisione spesero molto tempo nel soggiogarli gli uni dopo degli altri, finchè poi nello spazio di duecento e più anni li ridussero tutti alla propria ubbidienza. — Ma io ripiglio la descrizione dell’Iberia.

Dopo Abdera dunque è Cartagine Nuova fondata da quell’Asdrubale che successe2 a Barca padre di Annibale; città superiore a quante se ne trovano in quella regione. Perocchè è fortificatissima, con bell’apparecchio di mura, ornata di porti e di lago, e di quelle miniere d’argento delle quali parlammo. Quivi del pari che ne’ luoghi circonvicini si fanno abbondanti salsumi;

  1. Cronologicamente vorrebbe nominarsi prima l’invasione dei Tirii, poi quella dei Celti, e in terzo luogo quella dei Cartaginesi.
  2. S’intende nel comando dell’esercito cartaginese e nel governo delle conquiste di Spagna. — Cartagine nuova è Cartagena, come d’ora innanzi la nomineremo.