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si nutrono di carni principalmente di quella dei cavalli: e fanno uso anche di latte e di cacio cavallino; oltrechè adoperano il latte acido, il quale apparecchiato a un certo loro modo serve ad essi anche per companatico. D’onde poi Omero denominò Galattofagi tutti i popoli di quella regione.

I Nomadi pertanto sono guerrieri più che ladroni, e guerreggiano pei tributi: perocchè commettono le proprie terre a coloro che amano di coltivarle, contentandosi di riceverne certi tributi, che si stabiliscono moderati, e non già per accumulare ricchezze, ma per avere di giorno in giorno le cose che sono necessarie: e quando poi non si dà loro ciò ch’è pattuito, vengono alla guerra. Perciò il poeta chiama cotesti uomini e giusti ed abii1; siccome quelli che, se loro fosse ben osservato il patto dei tributi, non si metterebbero forse in guerra giammai. Ma gli altri mancano ai patti perchè confidano di potere colla propria forza o resistere facilmente quando costoro andassero loro addosso, od anche vietar loro di assalirli. Così dice Ipsicrate che fece Asandro, il quale murò l’istmo del Chersoneso vicino alla Meotide, per lo spazio di trecento sessanta stadii con dieci torri ogni stadio.

I Giorgi poi sono creduti più mansueti e più inciviliti; ma per essere dati al far roba, e a contatto del mare non sanno trattenersi dal ladroneccio, nè da al-

  1. La voce ἄβίος s’interpreta (da α e βίος) uomo che non ha in serbo l’occorrente per vivere, ovvero (da α e βία) uomo che non fa ingiurie nè violenza a nessuno.