Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 3.djvu/22

Da Wikisource.
14 della geografia di strabone

merci ch’essa manda al mercato di Roma, principalmente di stoffe per abiti d’ogni maniera, attesta la molta popolazione di quella città e la sua agiatezza. Si ascende dal mare a Patavio navigando pel corso di duecento cinquanta stadii a ritroso di un fiume che attraversa le maree già mentovate, partendosi da un gran porto situato alla sua foce. E questo porto del pari che il fiume chiamasi Medoaco1.

Fra le città poi situate nelle paludi la maggiore è Ravenna, tutta fabbricata di legno2 e attraversata da correnti d’acque, sicchè vi si cammina o sopra ponti o sopra barche che servono a tragittar pei canali. Quando gonfiasi la marea questa città riceve dentro di sè non piccola parte di mare; ed essendo così da queste acque e dai fiumi spazzato via tutto quanto vi ha di fangoso, l’aria per sè stessa cattiva ne rimane per così dir medicata; e quel luogo è perciò tanto salubre, che i principi ordinarono di nutrirvi ed esercitarvi i gladiatori. Ha pertanto quel paese questa mirabile particolarità, che in mezzo alle paludi l’aria vi è nondimeno senza infezione; come avviene ad Alessandria d’Egitto, dove in tempo di state, il lago perde il suo cattivo effluvio pel gonfiarsi del fiume che nasconde sotto di sè i luoghi palustri. Ma è mirabile eziandio la natura della vite in que’ paesi; perocchè alligna nelle

  1. Probabilmente il porto di Malamoco all’imboccatura del Brenta, che gli antichi denominarono Medoacus major.
  2. Ξυλοπαγὴς ὅλη. Gli Edit. franc. spiegano: Toute bâtie sur pilotis.