Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 3.djvu/263

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libro ottavo 255

il principio dell’Ellade); così conviene anche a noi seguitare la natura dei luoghi, e valerci del mare come di guida. Ora il mare dove finiscono le spiagge della Sicilia, da una parte diffondesi nel golfo Corintio, dall’altra forma una grande penisola, il Peloponneso, chiusa da un istmo angusto.

Due sono pertanto le parti principalissime nelle quali l’Ellade si divide, cioè quella al di dentro dell’istmo, e quella ch’è al di fuori sino alle Termopili ed alla foce del fiume Peneo. Questa seconda parte è la Tessalica. Ma quella parte che’è al di dentro dell’istmo è più grande e più illustre del rimanente; anzi essa (il Peloponneso) è quasi rocca di tutta l’Ellade. Perciocchè, lasciando anche da un lato lo splendore e la forza delle nazioni dalle quali è abitata, la posizione sua stessa le assegna questa maggioranza. Infatti essendo l’Ellade distinta da parecchi golfi e promontorii, e da penisole grandi e notabilissime, le une contigue all’altre, la prima di tutte queste penisole è quella del Peloponneso, chiusa da un istmo di quaranta stadii. La seconda comprende quella prima, e il suo istmo va da Pagea de’ Megaresi fino a Nisea stazione navale de’ Megaresi medesimi, stendendosi nello spazio di cento venti stadii da un mare all’altro. La terza racchiude in sè anche questa seconda, ed ha l’istmo che va dal golfo Crisseo fino alle Termopili, dove immaginando una linea retta dall’uno all’altro di questi due punti, sarebbe di circa cinquecento otto stadii, e chiuderebbe al di dentro tutta la Beozia, tagliando obbliquamente la Focide e il paese de’ Locri Epicnemidii. La quarta