Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 3.djvu/473

Da Wikisource.

ferenza delle altre da antiche tradizioni ma furono poi cagione cbe molto se ne parlasse anche I1 eccellenza delle- sue capre, e le cave dì vario marmo somigliante a quel di Caristio, di Deu di Sinnada e di Ierapoli. Perocché di quivi son tratte le colonne e le grandi tavole di marmo venato che si vedobo in Roma e delle quali così in pubblico come in privato si adorna questa città; sicché ora il marmo bianco non è più tenuto in pregio. Omero poi essendo proceduto fino a questo punto della spiaggia della Magnesia ritorna alla Tessaglia superiore, e cominciandosi dalla Dolopia e dal Pindo nomina:

Que’ poi che Tricca e la scoscesa itome Ed Ecalia tenean, seggio d’Eurito (■)

Le città qui mentovate da Omero appartengono ali’ Istieotide. Una volta questo paese chiamavasi Doride j ma quando i Perrebii, dopo aver rovinata Istiea euboica (di cni trasportarono gli abitanti nel continente), se ne impadronirono, pe1 molti Isliei che vennero ad abitarvi, gli diedero nuovo uome. L’Islieotide e la Dolopia formano ciò cbe si chiama I’ alta Tessaglia, situata direttamente sotto l’alla Macedonia, in quella guisa cbe alla bassa Macedonia corrisponde la bassa Tessaglia (a). (1) II, lib. ii, v. 739. (3) Nelle edizioni ordinarie manca ancbe questo periodo, che poi nel lesto non i senza lacune. Si box e. loia. 111. 3o

Strabone, tom. III. 30