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Introduzione

vano verbalizzazioni e custodia degli atti, oltre che le molteplici scritturazioni espressamente richieste nei capitoli poc’anzi riportati, dovevano esigere un ufficio attrezzato, con propri addetti 1011; lo Sthamer, con l’acribia e la puntualità delle citazioni che gli sono proprie, riconosce e ricostruisce un ufficio della Camera, in cui almeno fin dal 1269 veniva condotta la registrazione degli atti di natura finanziaria in serie di registri diverse da quelle dei Maestri Razionali della Magna Curia 1022. Nel corso del XIV secolo non mancheranno poi i provvedimenti regi volti a sanzionare differenti serie di registri di Camera e dei Mae101

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  1. La commissione finanziaria della Curia regis, presieduta dal conte camerario, era composta dai maestri razionali, dagli impiegati e dai notai della camera; cfr. Cadier, Essai, p. 220 sg., trad. it., p. 277. Inoltre l’articolo Vili dei Capitula officii comitìs camerarii riportati dal Minieri Riccio, Cenni storici, a p. 160 (poi riediti dallo Sthamer e da B. Mazzoleni, cfr. nota precedente), autorizza il comes camerarius a mantenere a sue spese un notaio particolare per tenere il conto delle entrate e delle uscite; inoltre lo stesso Cadier, Essai, riporta a p. 202, trad. it., p. 278, l’autorizzazione data il 6 novembre 1293 a Guy di Germania, pagatore regio, di pagare lo stipendio a Nicola di Pastasio di Capua, notaio, per il suo incarico di redigere e conservare i registri del conte camerario Giovanni di Montfort.
  2. Sthamer, Originai, in particolare pp. 83 sg. Più di recente J. Mazzoleni, Storia, p. 6, ha ancora una volta sostenuto che «dal 1271 Carlo I ordinò che fossero istituiti tre registri, uno presso il Camerario, un altro presso i Maestri Razionali e un terzo presso il Cancelliere, in ognuno dei quali fosse ciascun atto registrato», facendo riferimento a un transunto fatto dal De Lellis da Reg. Ang. 1271 A, c. 46V (edito in Atti perduti, Parte I, I, p. 161, n. 149). La datazione di questo mandato al novembre 1271 era stata sostenuta da B. Capasso, Prefazione, in idem, Inventario, p. XI, n. 2; ma sul più esatto ordinamento cronologico cfr. Sthamer, Die verlorenen, p. 18; idem, Eigenes Diktat, p. 144, n. 4; idem, Originai, p. 11, n. 3. A p. 83 (Originai) lo Sthamer riporta anche un mandato del 14 gennaio 1272 diretto ai tesorieri in cui si ordina che: «[...] de universali introytu et exitu tocius pecunie [...] fiant registra tria per totum consimilia [...], quorum registrorum unum habeat camerarius in camera, secundum magistri racionales conservent per unumquemque ipsorum prò parte nostra, et tercium remaneat penes vos [thesaurarios]». Ogni operazione dei tesorieri poteva così essere sottoposta al controllo del Camerario e dei Maestri Razionali. Col termine registro, come tiene a precisare lo Sthamer, vengono qui indicati i libri contabili, e non i registri in cui venivano trascritti regolarmente i mandati: ciò che avveniva solo nella Cancelleria, nella Camera e nella Curia dei Maestri Razionali. Ancora nel 1271 si potevano infatti ritrovare mandati al Cancelliere del Regno, in cui si legge: «[...] quod prò cautela nostre Curie fuit statutum, quod de omnibus litteris, que sigillabuntur, fiant tria Registra consimilia, quorum unum habeat Camerarius, secundum Magistri Rationales, et tertium Cancellarius, preter litteras secretas, de quibus volumus haberi registrum semotum, et si littere ipse sunt damnose Curie referatur nobis antequam sigillentur. Insuper statuimus, quod littere, que fient in Cancellarla scribantur manus Cancellarli, vel Vicecancellarii. Que vero gratiam continent signentur subscriptione illius qui ipsas miserit ad sigillum. Continentes vero pecuniam scribantur manu Thesaurariorum. Continentes vero citationes officialium, apodixas, et rationes subscribantur per Magistros Rationales, et littere de iustitia scribantur manu Iudicum Magne Curie, Reg. 1271, fol. 46 t.», cfr. Minieri Riccio, Della dominazione, p. 8 sg. Non operano alcuna distinzione tra Camera e Maestri Razionali Durrieu, Les Archives, che a p. 86 scrive che la Camera, fino al 1277, comprende da un lato i Maestri Razionali dall’altro i Tesorieri; de Bouard, Documents, a p. 243, dove chiama i Maestri Razionali officiers de la Chambre; Minieri Riccio, Alcuni fatti, p. 100: «E che dopo avere tutto sollecitamente redatto in uno inventario, questo lo mandi [il Secreto di Sicilia] ai Maestri Razionali della Regia Camera [25 feb. 1270]». Con Carlo II tutti i registri cominciarono a essere raccolti a Castel dell’Ovo. «Nell’anno 1292 i registri ed i quaterni della Curia custodivansi nel Castello dell’Uovo in Napoli, dove stava pure l’archivio [...]», cfr. Minieri Riccio, Studi Storici, p. 33. Il 2 luglio 1299, Carlo II fece anche trasportare nella città di Napoli i Registri che stavano nel Castello di Melfi «[...] quaterni et Registra omnia Curie nostre de tempore scilicet Domini dare memorie Domini patris nostri que in Castro nostro Melfie conservantur, in quibus continentur nomina et cognomina Comitum et Baronum et Feudatariorum Regni nostri Sicilie [...]», cfr. Minieri Riccio, Saggio. Supplemento, I, p. 126.