Pagina:Delli componimenti diversi di Carlo Goldoni 1.djvu/59

Da Wikisource.


D~ EO Gratias; per favor, Signora; i’ bramò La nuova Spofa riverir, fe lice.

fon colui, che favolando in Samò

Pacca pompa d’ingegnò alto, e felice.. • •; Efopo, Gentildònna; e ver} mi chiamo j Le cui Favole il Mondò allega; e dice j Venti fecoli or fon, m’Kàn fotterrato, E per pochi momenti or fon rinato. Nou vogliate per queflò aver paura; Se at Parlatorio fi preferita un morto; Ché gli fedititi i per légge dì natura, A chi vive non pòn fare alcun tòrto j Iti si bel giorno a qliefté facre mura L’aure vitali a irefpirar mi porto; Trattò pur ora dall^Elifia meta Da Polinenó$ Còmico Poeta. òlui; che faì fra gii Àrcadi s’appella,» Ignoto forfe non farà tra voi; Che le Monache ancor nella lor Cella Sògliortfi trattener coi ferirti fuoi. Poiché pingehdò in limile favella I coftumi^ i difetti $ avvenfae poi Ctie grato refe àgli uòmini dà bène Lò ftil cambiato alle moderne leene: É|ie fe riòfa ei non fofle a voi; Sighofà; Maria Quintiliano cònofee appièno j E l’ha vednto^ è l’ha foffertò ancora Seco, a pranzò Vicin due vòlte almeno; Che di fua grazia; e pròtezion l’onori v

Cognato di lei ^ di glòria pieno,

Èfenipiò verd àgli ànimi fublimi; Pèr fahgue $ é pei virtù } primo fri i primi; Di ’ m Digitized by Google