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li suoi studii nelle bettole e nei bordelli sa tutto, e non falla mai. E questo va bene. Discorriamo però di un’altra cosa. Se il popolo è quello che comanda, a chi toccherà di ubbidire?

Il Dottore
A tutti.
Pulcinella
Oh malora! Tutti hanno da comandare, e tutti hanno da ubbidire? E se avrò da ubbidire, cosa servirà che io sia sovrano?
Il Dottore
Sarai sovrano come popolo, e ubbidirai come Pulcinella.
Pulcinella
Quando è così, ho paura che comanderò poco.
Il Dottore
E perchè?
Pulcinella
Perchè d’esser popolo non me ne accorgo mai, e d’essere Pulcinella me ne accorgo sempre. Signor dottore, vi ricordate quando certi altri filosofi ci insegnavano a cavare il lapis philosophorum, o sia la maniera di fare l’oro a bizzeffe? Soffia, soffia, ci siamo sfiatati sopra quelli lambicchi, e in ultimo siamo rimasti spiantati e con le mani piene di mosche. Non vorrei che anche la sovranità del popolo finisse con una uscita di fiato.
Il Dottore
Il lapis philosophorum si aveva da trovare, e la sovranità del popolo si è già trovata.
Pulcinella
Manco male; e di questo ci ho gusto. Ma dove sta poi la sovranità del popolo?
Il Dottore
La abbiamo tutti in noi stessi.
Pulcinella
Eppure ho cercato tosto nelle saccocce, e non mi è riuscito di trovarcene neppure un pezzetto.
Il Dottore
La portiamo con noi dalla nascita.
Pulcinella
Ma io ho veduto a nascere tanti piccinini; erano tutti nudi coree un verme, e la sovranità non si vedeva in nessun luogo. Se non era che stesse nascosta in qualche buco.....
Il Dottore
Pulcinella mio, noi non siamo informati bene; ma la sovranita del popolo ci ha da essere di certo. Lo hanno detto li Bolognesi.
Pulcinella
Sarà poi da fidarsi di quelle teste sventate?
Il Dottore
Ti pare! Hanno studiato alla Università.
Pulcinella
Va bene; ma pure ho udito dire che ultimamente hanno fatte certe sconcordanze, le quali sareb-