Pagina:Diario del principe Agostino Chigi Albani I.djvu/54

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delle mie forze nè mio intento di rifare la storia delle grandiose opere artistiche, compiute in questo secondo periodo del Segretariato del Consalvi, mi fermerò soltanto a ricordare qualche cosa relativamente alla bella fontana del Quirinale.

Il fiocco maestoso d’acqua non esisteva allora in questa piazza. Sisto V vi aveva trasportato i due cavalli con i loro cavalieri come nell’atto di fare una corsa per la via fiancheggiante il Quirinale, Pio VI vi aveva innalzato l’obelisco, nel mezzo dei due colossi, dopo di averli fatto slargare, divergere e rivoltare, e vi aveva costruito una piccola fonte. Pio VII ed il suo Segretario vollero compire in modo più degno il lavoro del predecessore.

Nel 1816 si dette ordine al chiarissimo archeologo Fea di scavare la bella tazza di granito, posta in Campo Vaccino come abbeveratoio e resa quasi invisibile dalla terra che vi si era accumulata, per formarne una fontana sulla piazza del Quirinale, davanti ai due colossi. Levata di sotterra la tazza con gran cura (in questi scavi si trovarono altri frammenti dei Fasti consolari) e trovatala rotta in due pezzi, fu trasportata al tempio della Pace per gli opportuni restauri. I lavori andarono molto per le lunghe, ma finalmente nel settembre 1817 si potè fare il trasporto della tazza, dal tempio della Pace al Quirinale, trasporto difficoltoso e pericoloso, per le innumerevoli viuzze che si dovettero attraversare. La tazza però giunse felicemente sul luogo ed allora si dette l’incarico all’architetto Stern affinchè ne costruisse una fontana; nel novembre essa era già collocata sul suo basamento, scoperto nello stesso scavo. Lo Stern molto genialmente v’ideò e vi costrusse il superbo getto o saliente, che ora ammiriamo, prendendo tutta l’acqua Felice, che passa di là per andare al Campidoglio, nel fontanone del Palazzo Senatorio; il 30 giugno 1818 finalmente, tra un gran concorso di gente, la fontana del Quirinale potè essere inaugurata1.

  1. Trovo opportuno ricordare quanto scriveva a questo proposito il Diario di Roma nel numero del 4 luglio 1818.
          «Martedì scorso alle ore 23 la S. di Pio VI nell’atto che ritornava al Palazzo del Quirinale ebbe la grata sorpresa di vedere sbarazzata la nuova fontana e sorgere dal centro dell’ampia tazza un gran volume d’acqua che ricadendo