Pagina:Diario di Nicola Roncalli.djvu/255

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2 Maggio. — Avvicinandosi l’anniversario della battuta sotto le mura dei giardini del Vaticano (il 30 aprile), che i repubblicani decantano come glorioso per loro, la Polizia prese qualche misura di precauzione per ovviare qualsiasi benchè futile dimostrazione demagogica. Non ostante ciò, elusero la vigilanza della Polizia, e nella sera, verso S. Giovanni de’ Fiorentini, incendiarono fuochi di bengala con qualche razzo.

Nella mattina precedente ai 30 di aprile furono carcerati varii individui sospetti, tra i quali vi è un Carnevalini, figlio dell’avvocato, segretario della Camera di Commercio.

Le truppe, tanto indigene quanto quelle di occupazione, ebbero istruzioni per reprimere ogni atto tendente a perturbare la tranquillità pubblica.

Dentro Castel S. Angelo sempre più si fanno lavori di fortificazioni e si aumenta il deposito di materiali da guerra.


5. — In seguito alle missioni fatte da alcuni ecclesiastici in varie chiese, nelle quali si declamò specialmente contro i libri proibiti e gli emblemi antipapalini, furono recati ai medesimi alcuni di tali oggetti, e ieri vennero incendiati pubblicamente, sulla piazza di S. Carlo a Catinari.

Alcuni soldati francesi, spettatori a tale funzione, si permisero deriderla, per lo che altri militi romani, unitamente ai popolani, prendendo ad offesa un simile contegno, sul primo scambiarono insulti e minaccie e quindi passarono alle mani. L’attacco fu sanguinoso perchè vi prese parte il popolo, e, oltre l’arma