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252 i salmi di david

     D’amorevol passante unque s’udio,
     Sievi il Signor di sua mercede pio.
     Il benedir devoto
     Non vada a voto,
     Col qual, ad ogni vostra opra e fatica,
     Grazia del ciel sempre chieggiamo amica.


SALMO CXXX.

1          A te, dal fondo de l’abisso,
     Signor, alzo dolenti gridi.
     Del cor, in tua pietade fisso,
     Vogli ascoltar gli amari stridi,
     E trarmi in salvo a’ queti lidi.
2          Se co’ severi lumi santi
     I peccati a guatar t’apponi,
     Chi potrà comparirti innanti?
     Ma tu ben volentier perdoni,
     Per farti riverir a’ buoni.
3          La speranza con che t’attendo,
     L’alma solleva e mi consola.
     A te ogni mio desir estendo:
     Ne la verace tua parola
     Fondo la mia fidanza sola.
4          A la mercede tua divina
     Tengo tuttor la mente desta:
     Come il chiaror de la mattina,
     Dopo lunga vegghia molesta,
     Stanco guardian mirar non resta.
5          Israel nel Signor isperi,
     Che di salvar e di bontade
     Solo possiede i pregi alteri.
     E ’l buon Iacob in ogni etade
     Riscoterà d’iniquitade.