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re; e se vi è il denaro per appunto, si moderano le spese anche necessarie, e si stenta di qualche cosa per tirare avanti.

[Prezzi alti raffinano le arti.] Vorrei appellarmene non solamente agli Artieri di Siena, che l’è una Città la quale non ha altra sussistenza, che col vendere ai forestieri le Grasce che sopravanzano; ma a quelli eziandio di Città di gran traffico, di gran commercio, perchè colla loro esperienza decidessero questo punto, cioè quali anni siano per li loro mestieri stati i più felici, o quei del vile, o quei dell’alto prezzo.

Per quello, che mi ricordo della nostra Città, discorrevano i nostri vecchi del 1677, quando il Grano arrivò al prezzo di dieci lire, come se fossero stati i secoli d’oro.

Era è vero carissimo il Grano, dicevano essi, ma il denaro in abbondanze suppliva a gravi bisogni. Trovavasi sempre il lavoro col pagamento pronto. Il tale fece quella Fabbrica, quell’altro quella coltivazione, quell’altro messe in piedi il suo Ne-