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ra ha stentato è vero, ma forse non più del suo solito, e quantunque io non neghi che la fame, e gli stenti n’abbiano macellato qualche porzione con tutto ciò non è facile il dimostrare, che questa sia stata maggiore in questi anni di penuria, che negli anni antecedenti di abbondanza continua.

Io non pretendo già con questo mio dire, che col mandare via il denaro, col perdersi in questi anni il frutto dei nostri campi siasi arricchito, nè felicitato il Paese. Anzi dico, che se la Divina Provvidenza non ci avesse preparata la difesa contro annate sì meschine col denaro, che ci hanno lasciato le Truppe Forestiere, ci saremmo totalmente distrutti. Ma dico bensì, che noi non ci saremmo mai lusingati di potere scappare, quasi senza accorgecene dalla burasca di anni sì penuriosi, e che il male nostro è stato nel denaro, che abbiamo perduto, più, che nel prezzo eccedente, che si è venduto quel poco di