Pagina:Discorso intorno ad Archimede.djvu/103

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la testa de’ suoi concittadini, dirige le loro operazioni militari, e ricco come era di senno difende ostinatamente Siracusa.

Era tanta la fiducia, che ponea Marcello nel numero e valore de’ suoi soldati, nella copia degli ordigni militari, e nell’abilità degl’ingegneri Romani, che espugnar Siracusa il travaglio pareagli di pochi giorni. Non ricordava egli, che la catapulta era stata inventata in Siracusa, e di quante e quali armi l’aveano munita e Dionisio il vecchio, e il prode Agatocle. Non sapea che nel regno dell’ultimo Gerone molte e molte macchine militari erano state fabbricate, migliorate, e rese più formidabili dal nostro geometra, ignorava in somma, che Siracusa possedeva ancora Archimede, e il suo divino ingegno, che solo bastava a far vani tutti gli sforzi di Roma. Però venne Marcello con impeto all’assalto così dalla parte di terra che di mare, e sebbene più e più volte il tentasse, e con soldati che pieni erano di coraggio, e voleano lavare la macchia della giornata di Canne; pure fu sempre vittoriosamente respinto dai Siracusani. Le baliste lan-