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FAT — 167 — FEB

fatto è fatto, — cosa fatta capo ha; dopo ’l ’fato tuti. sa dar consili, prov. del senno del poi son piene le fosse, — dopo il fatto ognuno è savio, — quando è caduta la scala, tutti san consigliare; a far i fati sui no xe vergogna, prov. a far i fatti suoi non ci s’imbratta le mani, — chi si vergogna di lavorare, abbia vergogna di mangiare, — vergogna è a far male, — ciò che è utile non è vergogna; vai più un fato che zento promesse, o che zento parole, prov. i fatti son maschi e le parole son femmine, — dove ci voglion fatti de parole non bastano, — chi davvero aiutar vuole, abbia più fatti che parole, — meglio un aiuto che cinquanta consigli, — il bel del gioco è a far de’ fatti e parlar poco, — lingua cheta e fatti parlanti; ognidun sa i fati sui, rn. prov. ognun sa dove gli stringe la scarpa, — dove stringe la scarpa non sa altri che chi l!ha in piede, — nessuno sa il sabato, se non chi lo digiuna, — ognuno sa sè, e Dio sa tutti; far i fati de casa, v. casa; volerghe fati e no ciacole, v. ciacola; dal dito al fato ghe xe un gran irato, v: dir.

Fator, sm. amministratore, castaido, facitore, fattore; fame fator un ano, se sarò povoro sarà mio dano, prov. fammi fattor un anno, se sarò povero, mio danno.

Fatorin, sm. fattorino.

Fatura, sf. fattura; far la fatura, met. far la buccia.

Faturà, faturado, agg. adulterato, artefatto, affatturato, falsificato, fatturato: — »Vino. adulterato “ — „ Carattere artefatto;“ affazzonato: — „ Facciaccia affazzonata di stolida zitellona.“

Faturar, va. e vn. adulterare, affatturare; affazzonare, lisciare.

Fava, sf. fava; fava fresca sgranada, bagiana; magnar la fava su la testa a un, met. mangiare la pappa, o la torta in capo a uno.

Faveta, sf. hot. lupino.

Favorir, va. favoreggiare, favorire, — essere favorevole, —far cosa grata.

Favoritismo, sm. parzialità.

Faza, v. usata nel m. avv. defaza, di faccia, di rimpetto.

Fazada, sf. facciata; de fazada, m. avv. lo stesso che de faza.

Fazenda, sf. affare, bisogna, faccenda, negozio; omo de fazende, faccendiere; fazende de casa, faccende di casa; andar a far una fazenda, o le sue fazende, met. andare a fare una faccenda.

Fazendin, agg. e sm. ardellione, faccendiere; servizievole.

Fazendina, sf faccendiuola.

Fazile, agg. facile, semplice; esser fazile una roba come bever un bicer de aqua, essere, quella tal cosa, come bere un uovo; esser una roba assai fazile, non esservi in quella cosa nè spina ne osso,

Fazilitar, va. agevolare, facilitare; fazilitarghe a uno qualcossa, lastricare a quel tale la via.

Fazilitazion, sf. agevolezza, facilitazione.

Fazilmente, avv. di leggiere, di leggieri, di leggiero, facilmente.

Fazoletada, sf. pezzuolata. -Fazoleto, sm. fazzoletto; pezzolata: — vPortime un fazoleto de foie. = Portami una pezzolata di foglie;“ bavaglio: — „Non potè gridare perchè gli assalitori furono pronti a mettergli il bavaglio;“ fazoleto de naso, fazzoletto da naso, pezzuola — -e quel dei fioi, moccichino; fazoleto de colo, fazzoletto da collo.

Fe, v. usata nel inter.: ma si la fe giammai — neanche a dirlo neanche in ischerzo — e simili. Febraro, sm. febbraio; febrarut piez de dut, m. prov. tolto a prestanza da’ friulani: ferraietto è corto e maledetto. — febbraio, o -ferraietto, o ferraiuzzo corto peggio di tutti.

Febraza, sf. febbrettaccia; febbricone; febbrona; febbrone.

Febre, sf. febbre; che ha febbre: febbricitante; di, o da febbre: febbrile; che produce febbre: febbrifero, febbricoso; che scaccia la febbre: febbrifugo; febbre che ritorna ogni giorno: febbre anfimerina; —