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PIZ — 330 — POE

Pizighin, agg. e sm. fnzzantino: — «Vini frizzantini che si bevono volontà era d’estate.“

Pizigon, sm. pizzico, pizzicotto, pulcesecca.

Piziol, sm. cece.

Pizoto, sm, strambello.

Placa, sf. piastra.

Placar, va. mitigare, placare, quietare, rabbonire, raddolcire.

Placo, agg. piatto.

Plafete, lo stesso che paf, e in questo vedi.

Plazcado, agg. insudiciato, inzaccherato, sudicio.

Plazcar, vn. insozzare, insudiciare; sudiciare

Plebaia, sf. plebaccia, plebaglia; met. canagliume, feccia.

Plebe, sf. plebe, popolaccio, minutaglia, minuzzaglia, volgo

Plico, sm. piego, plico.

Plocio, sm. fanghiglia, loto, mota, piaccichiccio, pottiniccio.

Po, avv. dopo, in appresso, indi, poi, poscia, quindi.

Pochetin, agg. pochettino, pochino, pocolino.

Pociarse, vnp. infangarsi, inzaccherarsi; impanzanarsi.

Pocio, sm. fanghiglia, piaccichiccio; guazzabuglio; imbratto.

Poco, agg. poco, e per apocope: po’; esser un poco de bon, essere un poco di buono; — no voler saver ne poco ne tropo, met. non voler sapere di chi sia nè fumo nè bruciaticcio, — non voler sapere di quel tale, buccicata, o una buccicata: — „Figlio snaturato di cui suo padre non ne vuo’ saper .buccicata;“ ancora un poco, un altro po’, o un altro poco; esser poco per, essere poco a; de poco, di corto: — „L’ho veduto di corto;“ presso a poco, a un di presso, press’a poco, presso a poco; a poco a poco, adagio adagio, — con lentezza, — lentamente, — a poco per volta, — a poco a poco, — appoco appoco, — a poco insieme; poco fa, poco è, o poco fa; poco dopo, poco poi, pòco stando, poco stante; poco xe poco, o poco xe qualcossa, e gnente xe gnente, il prov. è meglio tale quale che senza nulla stare, — è meglio un moccolo che andare a letto al buio, — ogni acqua immolla.

Podador, sm. potatore.

Podar, va. potare; podar per la prima volta le vide, arzuccolare le viti.

Poder, sm. podere; possa, possanza, potere; colui che ha pieni poteri di poter trattare e concludere pubblici negozi tra uno Stato e l’altro: plenipotenziario; potere indipendente che trae tutta la sua forza da sè stesso: autocrazia; vn. potere, licere, verbo questo secondo ’ di cui non si usa che il participio passato (licito), e la terza persona singolare del presente indicativo (lice); no poder, non potere; non essere permesso; no poderghene più, non ne poter più; poder far quel che par e piasi, poter fare e dire a suo modo; a più no posso, m. avv. a più non posso, a più potere, a tutto potere.

Podestà, sm. podestà; sf. podestessa: — „La chiarissima dama podestessa Bazzoni.“ Il Bembo poi, abituato di udire da’ suoi veneziani chiamar „dogaressa“ la moglie del doge, usò la voce r podestaressa“ per indicare la moglie del podestà; la qual voc’e oggi è registrata ne’ migliori vocabolari; far come el podestà de Muia, v. Muia.

Poesia, sf. arte metrica; componimento poètico; poesia; poet. carme; poesia fatta per gli sposi in occasione di nozze: epitalamio; — in cui i versi cominciano tutti colla medesima lettera: acrostide; — in cui le prime lettere d’ogni verso formano nomi propri, od altre parole determinate: acrostico.

Poeta, sm. cantor, cigno, poeta, vate: — „Il cigno di Ferrara.“ .— „Il cantor de’ Sepolcri.“ — „Il cantor di Laura.“

Poetar, va. poetare, poeteggiare, poetezzare, poetizzare; poetar a preso, poetare a cottimo.

Poetuzo, sm. poetonzolo, poetuzzo, poetastro, poetuccio, poetu’colo,