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sua figura. Senza aprir bocca, tornò ad esaminarlo di nuovo, quando gli comparvero innanzi Lucinda, Dorotea e Zoraida, tratte colà dall’avere sentito dall’ostessa l’arrivo degli ospiti e della leggiadra donzella che avevano curiosità di vedere e di accogliere. Don Fernando, Cardenio e il curato fecero ad essa giovane un’accoglienza ancor più compita e cortese. Il signor giudice entrò confuso sì per quello che vedeva, come per quello che sentiva dire; ed intanto le dive dell’osteria davano la ben venuta alla vezzosa ragazza. In fine conobbe il giudice molto bene che distinte e nobili dovevan essere le persone che là si trovavano; ma la disposizione, la faccia e gli arnesi di don Chisciotte lo avrebbero fatto dare in pazzia. Dopo di avere egli ricambiate le comuni e cortesi offerte ad esso lui praticate, e fatto esame degli agi che offerire potesse quell’albergo, si decise a ciò che già prima era stato disposto, cioè a lasciare che le donne tutte si raccogliessero nel camerone, e che gli uomini se ne stessero al di fuori, come in atto di far loro la guardia. Fu molto pago il giudice che sua figliuola (ch’era la donzella) dimorasse con quelle signore, al che condiscese essa pur volentieri; e valendosi dell’angusto letto dell’oste, e della metà di quello che seco recava il giudice, si accomodarono tutti in quella notte meglio di quello che avessero immaginato. Lo schiavo, che nell’osservare il giudice si sentì battere fortemente il cuore, presentendo che fosse quegli il fratello suo, domandò ad uno dei servi che lo accompagnavano, come si chiamasse, e di qual paese foss’egli. Il servitore rispose che chiamavasi dottore Giovanni Perez di Viedma, che aveva sentito dire essere una terra delle montagne di Leone. Col fondamento di questa informazione, e di ciò che veduto aveva, terminò lo schiavo di persuadersi che quegli fosse quel suo fratello che per consiglio del padre doveva avere battuta la strada delle lettere. Baldanzoso e contento chiamò a parte don Fernando, Cardenio e il curato, e raccontò loro il fatto, assicurandoli che quel giudice doveva essere il fratel suo. Il servo aveagli anche detto che passava giudice alle Indie nel tribunale del Messico, e seppe in oltre che quella ragazza era sua figlia, nel cui parto era morta la madre, e ch’egli era ricco per essergli rimasta la dote della moglie per la sopravvivenza della figliuola. Chiese tosto consiglio sulla maniera di aversegli a discoprire a fine di assicurarsi prima se, fattosi conoscere, fosse per essere rifiutato come povero, od accolto con buon viso come fratello. “Lasciatene il pensiero a me, disse il curato, che non mi cade neppur in pensiero che non dobbiate, signor capitano, essere il bene accolto; tanto più che il merito e la prudenza nel fratello vostro tralucono