Pagina:Don Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.1.djvu/70

Da Wikisource.
52 don chisciotte.

va, nè d’un altro chiamato Roncisvalle, i quali se capitano nelle mie mani hanno da passare in quelle della serva, e da queste senza veruna remissione alle fiamme„.

Il barbiere assentì pienamente al curato, riconoscendo ch’egli era proprio un buon cristiano, e sì affezionato alla verità che non si sarebbe scostato da essa per tutto l’oro del mondo. Aprendo un altro libro vide ch’era Palmerino d’Uliva; poi subito dopo Palmerino d’Inghilterra1; laonde il curato soggiunse: “Si rompa in minute parti questa uliva, e sia consunta dal fuoco per modo che non ne resti nemmen la cenere; ma venga, come cosa unica, conservata questa palma d’Inghilterra, e si formi per essa una cassettina pari a quella che trovò Alessandro fra le spoglie di Dario, e la destinò per custodia delle opere del poeta Omero. Questo libro, signor compare, merita la più grande considerazione prima per essere pregevolissimo in sè stesso; poi perchè corre fama che ne sia stato autore un re di Portogallo fornito di gran saggezza. Hanno il pregio di gran merito e di sommo artifizio le avventure del castello di Miraguarda, vivaci ed evidenti ne sono i discorsi che mantengono il decoro di chi parla, e sono posti con gran proprietà e avvedimento; conchiudo pertanto (avuto però riguardo al vostro savio parere, signor maestro Nicolò) che questo e Amadigi di Gaula evitino il fuoco; poi gli altri tutti, senza più esami o riserve, sieno bruciati. — Oibò, signor compare, replicò il barbiere, ch’io tengo qui il famoso don Belianigi2. — Rispetto a questo libro, riprese il curato, la seconda terza e quarta parte abbisognano d’una buona dose di rabarbaro che li purghi dalla disordinata collera che hanno, e fa di mestieri tagliar fuori tutto ciò che vi si trova intorno al castello della fama,

  1. Il primo dei Palmerini è intitolato: Libro del famoso cavaliere Palmerino d’Uliva che fece nel mondo grandi imprese d’armi senza sapere di chi egli fosse figliuolo. Medina del Campo 1563. Si crede che lo scrivesse una donna portoghese, il cui nome è ignoto. Il secondo, Storia del molto famoso e gagliardo cavaliere Palmerino d’Inghilterra, è composto di sei parti. Le prime due sono dagli uni attribuite al re Giovanni II, dagli altri all’infante don Luigi, padre del priore de Ocrato che disputò la corona del Portogallo a Filippo II, da alcuni altresì a Francisco de Moraes. La terza e la quarta furono composte da Diego Fernandez. La quinta e la sesta da Baldassare Gonzales Lobato: tutti Portoghesi. Queste opere furono tutte e due tradotte in italiano.
  2. Ne fu autore Geronimo Fernandez avvocato di Madrid. L’opera pubblicata in Burgos 1579, è composta di quattro parti. Le prime due furono tradotte in italiano e stampate la prima in Bologna, la seconda in Verona negli anni 1586 e 1587.