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e fortezza la fa credere di bronzo, e che senza cambiar mai di luogo può contarsi per la più mobile e volubile donna di questo mondo. Andai, la vidi, la vinsi, e la ridussi a starsene ferma e a segno; perchè pel corso di più che una settimana altri venti non soffiarono fuor quello di tramontana. Altra volta mi fece comando che andassi a pigliare di peso le pietre portate dai bravi tori1 di Guisando, impresa più da facchino che da cavaliere. Comandò altra volta che mi precipitassi e sprofondassi nella fogna di capra (pericolo inaudito e spaventosissimo!), e che le dessi conto preciso di ciò che rinserrasi in quella oscura profondità2: fermai la Giralda, portai le pietre dei tori di Guisando, mi precipitai nella fogna, trassi alla luce quello che rinchiudevasi nell’abisso; ma rimasero più morte di prima le mie speranze, ed i suoi comandi e i suoi sdegni più vivi che mai. In fine mi comandò che scorressi le provincie tutte di Spagna, e obbligassi tutti i cavalieri erranti che vanno per quelle

  1. Si dà questo nome a quattro enormi massi di pietra che stanno in mezzo a a una vigna del convento dei Geronimini di Guisando nella provincia d’Avila.
  2. È questa un’apertura, forse cratere di antico vulcano, sulla cima di Sierra de Cabrera nella provincia di Cordova.