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Fiandra1„. Queste rustiche lodi di Sancio mosser a riso don Chisciotte cui, dalla sua signora Dulcinea del Toboso in fuori, parve che quella ragazza fosse sopra ogni altra bellissima. Era Chilteria pallidetta, e ciò sarà stato per causa della faticosa notte che sogliono spendere le spose in rabbellirsi per lo vegnente dì nuziale. Andava ella accostandosi ad un teatro posto da un canto del prato, tutto adorno di tappeti e di frondi, dove seguire doveva lo sposalizio, e di dove gli astanti avrebbero potuto goder delle danze e feste apprestate. Stavano tuttavia in cammino quando dietro di sè udirono alte grida, ed uno che sciamava: “Alto là, o sconsiderati e precipitosi!„ Questa voce fece sì che ognuno si rivolgesse per udire d’onde partisse, e videro che proveniva da un uomo vestito, per quanto sembrava, di casacca nera di chermisino con belli gheroni a fiamme. Aveva in testa, come poi si vide, una corona di funebre cipresso, ed in mano un grosso bastone. Avvicinatosi di più fu riconosciuto da ognuno pel vago pastore Basilio, e tutti rimasero allora dolenti e avidi di saper il fine delle sue grida, temendo malaugurata la sua venuta in quella congiuntura. Arrivò in fine stanco e trangosciato, e postosi dinanzi agli sposi, ficcando il suo bastone, che aveva alla estremità una lunga punta di acciaio, sulla terra, tutto smorto, e affissati gli occhi in Chilteria, con rauca e tremante voce così proruppe: — Ben ti è palese, sconoscente Chilteria, che conforme alla santa legge da noi professata, vivendo io, tu non puoi farti consorte ad altrui; e tu non ignori che stando io in aspettazione che il tempo e le mie sollecite cure migliorassero la mia sorte, fui sempre il più geloso custode del decoro che ti è dovuto: tu, posto in non cale ciò che devi all’onorato mio desiderio, vuoi fare altri signore di quello che è mio, altri che niun merito ci ha fuorchè larghi averi e favore della fortuna. Ora vengo io stesso a metterlo al colmo di tanta sorte, non perchè ne sia degno, ma perchè così vogliono i cieli, e colle mie mani distruggerò ciò che solo può turbargliela, dando io stesso termine a questa mia vita infelicissima. Viva dunque il ricco Camaccio lunghi e felici anni coll’ingrata Chilteria, e muoia il misero Basilio cui la povertà ha tarpate le ali di sua ventura, e lo ha fatto piombare nel sepolcro„. Detto questo, pigliò il bastone che conficcato era nel terreno, e che parea fatto per nascondere uno stilo, e toltane la guaina con gran lestezza e con determinato proposito vi si precipitò sopra, ed in un attimo fece apparire da tergo la punta di

  1. I banchi di sabbia lungo la costa delle Fiandre erano sì pericolosi ai naviganti, e sì temuti, che a fare in breve l’elogio di una persona degna di ammirazione dicevasi potrebbe passare pei banchi di Fiandra.