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gna, la cui bardella era coperta di dipinta sargia od invoglia. Sancio sellò Ronzinante, assettò il leardo e fece buona provvista per le bisacce, nel che fu imitato dal giovine che provide riccamente le sue; e raccomandandosi a Dio ed accommiatandosi con buon garbo da tutti, si posero in viaggio prendendo la via verso la famosa Grotta di Montèsino. Strada facendo, dimandò don Chisciotte al giovane di che genere e qualità fossero i suoi esercizii, la sua professione, i suoi studii. Cui rispos’egli, essere umanista di professione, e che attendeva a compor libri per darli alle stampe come assai profittevoli e di grato trattenimento alla repubblica; che uno s’intitolava: Quello delle livree, dove diceva: “Ho dipinte settecento e tre livree coi loro colori, motti e cifre, donde trarre si possono quelle che occorrono in occasioni di feste e di allegrezze dei cavalieri di corte, senza andarle mendicando da chicchessia, nè lambiccarsi il cervello per ritrovarle conformi ai rispettivi desiderii e intenzioni, mentre io do al geloso, allo sdegnato, allo smemorato ed al lontano quelle che loro convengono e le troveranno a dovere. Ho pure un altro libro che voglio intitolare: Metamorfosi, ovvero Ovidio spagnuolo, di nuova e rara invenzione; perchè in esso, imitando Ovidio nel giocoso, dipingo chi fu la Giralda di Siviglia e l’Angelo della Maddalena; che cosa si è la Doccia di Vezinguerra di Cordova, quali i Tori di Ghisando, quale la Sierra Morena, le fonti di Leganitte, di Lavapiez in Madrid, senza dimenticarmi di quella del Pidocchio, di quella del Cano dorado e della Priora; e tutto questo con le sue allegorie, metafore e traslazioni che rallegrano, tengono in curiosità ed insegnano a un punto stesso. Un altro libro io tengo, che intitolo: Supplemento a Polidoro Vergilio, che tratta della invenzione delle cose, e che è fornito di vastissima erudizione e studio, mentre io verifico e dichiaro con istile elegante i fatti ommessi da Polidoro. Si dimenticò Polidoro di narrarci chi sia stato il primo colto dal catarro in questo mondo; il primo che abbia trovato le unzioni opportune a guarire dal morbo gallico, ed io ne proferisco la spiegazione pretta e fedele, e la avvaloro con più di venticinque autori. Da tutte le cose dette comprenda la signoria vostra se lodevole si renda il mio lavoro; e se questo tal libro abbia ad arrecar al mondo utilità straordinaria„. Sancio ch’era stato attento alla narrazione del giovane, gli disse: — Di grazia, o signore, e così Dio le dia buona mano diritta nella impressione dei suoi libri! mi saprebbe ella dire, chè già lo saprà, perchè tutti lo sanno, chi sia stato il primo che si abbia grattata la testa? quanto a me, tengo che sia stato il padre Adamo. — Debb’essere stato lui senz’altro, rispose il giovane, perchè non può revocarsi in dubbio che Adamo non abbia avuta