Pagina:Don Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.2.djvu/237

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capitolo xxiv 227


Alla guerra oggi mi mena
     La crudel necessità;
Se la borsa avessi piena
     Non v’andrei per verità.

Il primo che si mise a favellare con lui fu don Chisciotte, il quale gli disse: — Molto alla leggiera se ne va camminando vossignoria, signor galante: ov’è ella diretto? Sappiamlo, se non le dispiace„. Rispose il giovane: — Del viaggiare alla leggiera ne sono causa il caldo e la povertà; la mia direzione è alla guerra. — Come la povertà? replicò don Chisciotte: per lo caldo, va bene. — Signore, soggiunse il paggio, io porto in quest’invoglia un paio di calzoni di velluto che accompagnano questa casacca, e se li guastassi nel cammino non potrei farmi onore alla città; chè non ho già da comprarne un altro paio. Per questa ragione e per passare la noia io viaggio come vedete, finchè avrò raggiunta la compagnia d’infanteria lontana di qui dodici leghe, dove m’ingaggerò, e non mi mancheranno poi cavalcature sino all’imbarco che dicono esser a Cartagena. Io bramo piuttosto di avere il re per mio padrone e signore e di servirlo alla guerra, di quello che essere uno spilorcio in corte. — E n’ebbe vossignoria, disse il giovane, qualche distinzione particolare? — Se avessi servito qualche grande di Spagna o qualche notabile personaggio, rispose il paggio, l’avrei per certo, chè il servire signori di alto grado vi fa uscire di camera o alfieri o capitani o con utile provvedimento; ma io disgraziatamente ho servito soltanto o vagabondi o forestieri di condizione sì trista, e che danno sì misero e stentato salario, che la metà si consuma nell’innamidare il collare, cosicchè potria dirsi miracolo che un paggio venturiero trovasse, non dico già grande, ma anche mediocre fortuna. — Ditemi, amico, di grazia, dimandò don Chisciotte, è egli possibile che non siavi riuscito negli anni di vostra servitù di mettere da parte almeno una livrea? — Due me ne furono date, rispose il paggio; ma come si toglie l’abito e si restituiscono primi vestiti a colui ch’esce di qualche religione senza professare, così è accaduto a me coi padroni; i quali, dato fine ai loro negozii alla corte, ritornavano alle loro case, e ridomandavano le livree che aveano somministrate per pura e mera ostentazione.— Notabile spilorceria! come dice l’Italiano, soggiunse don Chisciotte: contuttociò ascrivete, amico mio, a felice ventura l’esservi tolto dalla corte con tanto lodevole intenzione quant’è la vostra; poichè in terra non c’è cosa più onorata e di più giovamento che il servire a Dio primieramente e poi al suo re ndl’esercizio delle armi. Con