Pagina:Don Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.2.djvu/443

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capitolo xlviii 433

sedotto da una matrona, quando non hanno potuto prima riuscirvi nè imperatrici, nè regine, nè duchesse, nè marchesane, nè contesse! In questi casi meglio è fuggire che aspettare la battaglia: ma già mi trasecolo con me medesimo come badare io possa a stramberie di questa fatta, quando non fia mai possibile che una matrona bianco-velata, lunga e occhialata possa destare e introdurre disonesti pensieri anche nel più effemminato petto del mondo. Evvi egli per avventura matrona che abbia buone carni? Evvi matrona che non sia impertinente, schizzinosa e piena di smancerie? Lungi, lungi da me, matroneeca genia; chè tu non puoi apprestare alcun umano conforto: e la pensava pur bene quella signora la quale dicono che tenesse due matrone di cera con i loro occhiali e cuscini da cucire fingendo che stessero lavorando, e tanto le servivano per decoro della sala quelle due statue come le vere matrone!„ E detto questo, balzò dal letto con animo di chiudere la porta e non permettere l’ingresso alla signora Rodrighez; ma in quel punto eccola di ritorno con candela accesa di cera bianca. Quando ella vide più da vicino don Chisciotte rinvolto nella coltra, con le bende, la cuffia e il berretto fu colta da nuova paura, e, dati due passi indietro, disse: — Sarò io poi sicura, signor cavaliere! L’essere vossignoria balzato dal letto non è molto buon indizio di onesto divisamento. — Quest’è quello ch’è bene ch’io dimandi alla signoria vostra, rispose don Chisciotte; e voglio sicurtà di non esser assalito o sforzato. — Da chi e a chi, disse la matrona, domandate voi, o signor cavaliere, questa sicurtà? — Da voi ed a voi, replicò don Chisciotte, chè io non sono di marmo nè voi di bronzo, nè sono adesso le dieci della mattina, ma la mezzanotte ed anche passata, e stiamo in una camera più rimota e segreta di quello che potesse essere la grotta dove l’ardito e traditor Enea si trovò colla bella e pietosa Didone. Ma datemi, signora, la vostra mano; chè altra guarentigia non voglio che abbiate maggiore di quella della mia continenza e di quella che posson darmi cotesti vostri reverendissimi veli:„ e ciò detto, le baciò la mano diritta, e le presentò la sua ch’essa ricevette con le medesime cerimonie.

Qui Cide Hamete fa una parentesi, e giura per Macometto che avrebbe pagato la migliore delle due giubbe ch’egli aveva, per vedere quei due presi per mano ed avviati dalla porta al letto. Andò don Chisciotte a giacere, e restò donna Rodrighez seduta su di una sedia un po’ lontanetta senza mai cavarsi gli occhiali nè riporre la candela. Don Chisciotte si accoccolò e si coprì tutto, altro non lasciando visibile fuorchè la faccia, ed essendo ambedue messi in calma, il primo a rompere il silenzio fu don Chisciotte, che disse: — Può adesso

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