Pagina:Don Chisciotte (Gamba-Ambrosoli) Vol.2.djvu/475

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capitolo li 465


Con somma attenzione ascoltò Sancio la lettera, che fu celebrata e tenuta per eccellente da quanti la intesero. Egli si alzò sul fatto da tavola, e, chiamato il segretario, si chiuse con lui in camera, e senza frapporre il menomo indugio volle rispondere adequatamente al suo signor don Chisciotte. Ordinò pertanto al segretario che senz’aggiungere o levare parola scrivesse tutto ciò che gli detterebbe. E così fece, e la risposta è la seguente:


sancio panza a don chisciotte della mancia.


LL

a occupazione dei miei negozi è tanto grande che non mi resta tempo da grattarmi la testa, nè da tagliarmi le ugne, sicchè le porto tanto lunghe come Dio sa. Io dico questo, o signor del mio cuore, perchè vossignoria non faccia le maraviglie se prima di adesso non le ho fatto sapere alcuna cosa intorno al mio bene o male stare in questo governo, nel quale patisco più fame di quando noi andavamo insieme per le selve e per i deserti.

“L’altro dì mi ha scritto il mio signor duca ch’erano entrate in quest’isola delle spie per ammazzarmi, ma sino adesso non ne ho scoperto che una sola, ed è un certo dottore salariato per ammazzare quanti governatori qua arrivano. Costui si chiama il dottore Pietro Rezio, ed è nativo di Tiratinfuora, e veda vossignoria da questo nome solo se non si ha ad avere paura di morire per le sue mani. Questo dottore dice di sè medesimo, che non si mette mai a medicare le infermità quando sono attuali, ma che adopera la sua arte perchè non succedano; e le medicine che suole usare sono dieta, arcidieta, e tanta dieta, arcidieta e tanta dieta che riduce l’uomo a pelle ed ossa, come se la debolezza non fosse peggiore della febbre. Io somma egli mi va ammazzando di fame, ed io mi vo morendo di rabbia; chè quando io credeva di venire a questo governo per mangiare caldo e bere fresco, e per ricreare il mio corpo tra lenzuola di Olanda e materasse di piume, sono in vece venuto a fare penitenza dei miei peccati, peggio che se fossi un romito: e siccome non la fo di mia spontanea volontà, temo che al fine dei conti non mi abbia a portar via il diavolo.

“Sino a questo punto la ho fatta magra, e non ho messo da parte alcuna provvisione; di che non posso indovinare il motivo; tanto più che sono stato assicurato che gli altri governatori venuti in quest’isola, anche prima di entrarvi ricevono dagli abitanti e regali e denari a prestito; e dicono che questa è usanza non solo di questo ma anche degli altri governi.

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