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150 i marmi - parte quarta


alla vostra presenza tutto vergognoso, prima per esser tardato molto, poi perché ciascuno che sa quanto sia il mio debito grande con vostra signoria, si riderá di me, dedicandovi si picciol libro. Deh, vedete, monsignor, che animo è il mio in questo punto che io scrivo questa lettera! Egli mi par che vostra signoria cortesissima mi dica: — Quel che io ho fatto inverso di te, Doni mio carissimo, non è scritto nel libro de’ miei debitori, perché l’ho fatto per pura caritá, e non voglio che me ne abbi un obligo al mondo. — Con questa risposta, che mi fa vostra signoria, io le divento schiavo, conoscendo che io non poteva pagar tanta cortesia se non con la vostra medesima cortesia. Alla quale, senza altro dire, mi raccomando mille e mille volte.

Di Vinegia, alli vii di dicembre mdlii.

Di vostra signoria reverendissima

servitor obligatissimo
il Doni