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RAGIONAMENTO DI DIVERSE OPERE

E AUTORI

FATTO AI MARMI DI FIORENZA

Quanto sien facili gli uomini grossi a credere alle invenzioni dai sottili e acuti ingegni trovate; e che una gran parte di libri son pasto da plebei, confezioni da spensierati e passatempi da ricchi e oziosi cervelli.


Lo Stucco e il Sazio, academici.

Stucco. Che bel libro è cotesto ch’avete in mano? Sempre vi sète dilettato di libri begli. Ma egli è il Boccaccio: dove l’avete voi avuto a penna sí bene scritto? Io per me non ne terrei uno in casa, perché quegli antichi scrittori scorrettamente scrivevano.

Sazio. Questo è un di quegli bene scritto e ben corretto. E udite in che modo: messer Giovan Battista Mannelli fu un cittadino amator della virtú e fu al tempo di Giovan Boccaccio, il quale scrisse le sue Cento novelle, e lo copiò dall’originale dell’autore.

Stucco. Che n’aparisce di cotesta cosa?

Sazio. Ecco, che messer Giovan Boccaccio lo corresse tutto di suo mano.

Stucco. Ell’è certa: questa è la mano sua; io la conosco. Oh che gioia di libro! Come t’è egli venuto nelle mani? è egli tuo?

Sazio. Il libro è del duca illustrissimo e sta nella sua guardaroba; ma egli m’è stato acomodato tanto che io ne corregga uno di questi a stampa de’ migliori.